viralavatar: Global Conflicts: Palestine - Finally a serious game on a conflict

Yesterday I was at the lesson of Game/design and research and the host of the week was Nicholas Francis of Serious Games Interactive. He told us about the game where the users aren't israelians or palestines but a journalist, sometimes embedded and sometime freelance. This game will be translate in 5 languages and in some countries will be introducts in the schools.
I think it's a very good work! Unfortunatly I didn't find a video on Youtube but, you can see a preview of their internet site http://www.seriousgames.dk/gc.html

IN ENG_ Global Conflict: Palestine centres on the activities of a young journalist. The player must navigate between different Palestinian and Israeli sources to get to the truth of a story. Game designers believe that gaming is one of the most effective ways of teaching people about complex situations - and yet keeping them engaging. They hope the game will not only reach mature players seeking intellectual stimulation, but also the school market.
from bbc.co.uk
IN ITA_ Sviluppato in Danimarca, Global Conflicts: Palestinesi propone di dare agli studenti delle scuole superiori, lontani anni luce dalla realtà mediorientale, l'opportunità di analizzare il conflitto fra israeliani e palestinesi da diversi punti di vista. Spiega da Copenaghen uno dei creatori del videogame, Simon Egenfeldt-Nielsen: "Si gioca nel ruolo di un giovane giornalista appena arrivato in Israele", spiegano gli ideatori, che invitano il 'reporter' a "completare l'incarico a ogni costo, interpellando fonti palestinesi e israeliane per completare il tuo articolo". All'inizio della partita il giocatore deve scegliere uno di sei scenari tratti da decine di anni di violenze fra israeliani e palestinesi: attacchi kamikaze, raid israeliani in Cisgiordania e a Gaza o episodi ad alta tensione ai checkpoint dell'esercito israeliano.
L'obiettività non è un obbligo per il reporter. Il giocatore può infatti scegliere se essere pro-israeliano, pro-palestinese o neutrale, mentre si fa strada nelle diverse scene in 3D e interagisce con i diversi personaggi virtuali, i quali hanno risposte programmate, che però fanno riferimento a situazioni reali. Le risposte variano a seconda delle domande del giornalista e di quale fazione il reporter appoggia. Un militante palestinese, per esempio, offrirà più informazioni a un giornalista schierato dalla sua parte che non a un reporter pro-israeliano.
da Repubblica.it